domenica 24 ottobre 2010

Le vergini suicide

Titolo: Le vergini suicide
Titolo originale: The Virgin Suicides
Autore: Jeffrey Eugenides
Anno: 1993

Jeffrey Eugenides
Il libro…

Le cinque giovanissime e biondissime sorelle Lisbon erano morte nel volgere di un anno. Tutte e cinque si erano suicidate nella loro casa, in una tranquilla e agiata periferia nel nord degli Stati Uniti, nel cuore degli anni Settanta. La prima ad andarsene era stata la piccola Cecilia, 13 anni. Ci aveva provato tagliandosi le vene dei polsi ma era stata salvata in extremis. La seconda volta, per essere sicura di riuscire nel suo intento, si era gettata dal primo piano della loro casa sulle punte della cancellata sottostante. Era avvenuto solamente qualche settimana dopo. Si era allontanata dalla tavernetta dove sua madre, la signora Lisbon, aveva organizzato l’unica festicciola a cui avrebbero mai partecipato, con imbarazzanti addobbi di cartapesta e punch rosso fuoco inclusi. Mentre le altre sorelle chiacchieravano con i pochi ragazzi invitati, Cecilia era salita di sopra e aveva portato a termine quello che aveva cominciato con il taglio delle vene. Da quel tragico momento le cose erano cambiate e sempre in peggio fino a che anche l’ultima figlia dei Lisbon, Mary, era morta dopo aver ingerito una buona dose di sonniferi.
Nel frattempo, tra il primo e l’ultimo suicidio, era trascorso un intero anno, segnato dalla progressiva scomparsa dalla vita sociale delle quattro restanti sorelle Lisbon. Represse in ogni loro espressione adolescenziale e costrette a sottostare al controllo, asfissiante e oppressivo, di una madre bigotta e di un padre senza volontà e rassegnato alla tirannia della moglie, le ragazze vivevano in un mondo separato e distante da quello dei loro coetanei. Quindi niente feste, ragazzi, sesso in auto e uscite la sera. Esistevano, avevano una presenza fisica, stavano in mezzo agli altri ma nessuno poteva giurare di conoscerle sul serio. Si aggiravano nel quartiere e nel cortile della scuola come delle creature strane e misteriose, apparentemente a portata di mano, ma nella pratica irraggiungibili, come se a dividere e a impedire un contatto tra loro e il resto della comunità di ragazzi ci fosse stata una membrana impermeabile.
Un’eccezione alle solite e ferree regole era stata concessa dalla signora Lisbon in occasione del ballo di fine anno. Ma quella deviazione alla norma non aveva fatto altro che accelerare il tragico destino delle Lisbon. La disubbidienza sull’orario di rientro a casa di una di loro – la vitale e irrequieta Lux – era costata cara a tutte e quattro le sorelle. La punizione era arrivata puntuale e durissima: totale segregazione dal mondo e ritiro dalla scuola.
Così mentre le sorelle - chiuse nelle loro camere sempre più disordinate - si spegnevano poco a poco, in attesa di dare il taglio definitivo alle loro vite, gli alberi del quartiere venivano abbattuti per colpa di un insetto parassita che li stava divorando dall’interno.

A raccontarci quel periodo è un narratore collettivo formato dai ragazzi di allora, vicini di casa e compagni di scuola delle cinque ragazze. Oramai adulti, ripercorrono i fatti accaduti venti o trenta anni prima, con una dolorosa nostalgia per ciò che non è stato e con la strana sensazione di aver irrimediabilmente perso qualcosa. Per fermare i ricordi si aggrappano agli oggetti che nel corso del tempo sono riusciti a recuperare da casa Lisbon, frammenti di quotidianità dove s’illudono di percepire la vitalità delle ragazze. Sebbene in misura diversa, ieri come oggi sono rapiti, innamorati e anche ossessionati dalle cinque sorelle, così inaccessibili, diverse e lontane da tutte le altre ragazze che potevano liberamente frequentare e da tutte le donne che hanno conosciuto. Con e grazie a loro avevano scoperto il brivido dell’amore, del desiderio sessuale e della complessità del mondo femminile. Le Lisbon non hanno ancora smesso di influenzare le loro vite, dolorosamente consci di aver lasciato qualcosa d’importante in quell’estate a metà degli anni Settanta.

…dal libro al film…

Le 5 sorelle Lisbon - scena del film
Il ricchissimo e suggestivo libro di Eugenides, con le sue immagini inconsuete e i suoi accostamenti inaspettati trova piena realizzazione nello struggente e malinconico film d’esordio di Sofia Coppola. Forse si è davanti a uno di quei rari casi in cui la pellicola riesce a completare il libro. Non nel senso che il film aggiunge dei significati che al romanzo mancano, ma che visione e lettura si costituiscono come un’esperienza unica, da vivere nell’ordine che uno desidera (prima libro, poi film o viceversa).
Se nel libro si è catturati dalla scrittura avvolgente di Eugenides, nella pellicola si resta affascinati dalle immagini costruite dalla Coppola.
Efficace l’uso dei colori: toni caldi come giallo, arancione e biondo per descrivere l’atmosfera sognante e maliziosa che aleggiava intorno alle ragazze quando ancora erano vive e vitali (in molte inquadrature in atteggiamenti che paiono ricordare le vecchie pubblicità di quel famoso shampoo che prometteva “mai più lacrime”). Toni freddi come l’azzurro e il verde, invece, per esprimere la sofferenza nel dover rinunciare alla vita e per sottolineare il loro lento scomparire, prima dagli occhi della gente e poi dal mondo.

Un piacere veder sorridere, muoversi e ammiccare alla cinepresa Kirsten Dunst, qui nei panni di Lux. In perfetta forma anche James Woods, padre affettuoso ma un po’ svagato e schiacciato dalla personalità della moglie, e Kathleen Turner, madre puritana e incomprensibilmente rigida.  
La colonna sonora originale del gruppo francese Air, oltre a diversi brani dei Settanta, sottolinea in maniera puntuale l’andamento della pellicola.
Da vedere e rivedere per scoprire, a ogni passaggio, qualche dettaglio in più.

Dati film

Titolo: Il giardino delle vergini suicide
Titolo originale: The Virgin Suicides
Regista: Sofia Coppola
Sceneggiatura: Sofia Coppola (romanzo: Jeffrey Eugenides)
Interpreti:
·         James Woods (Ronald Lisbon)
·         Kathleen Turner (Sig.ra Lisbon)
·         Kirsten Dunst (Lux Lisbon)
·         Josh Hartnett (Trip Fontaine)
Anno: 2000
Paese: USA
Colore: colore
Durata: 97 minuti
Genere: drammatico

2 commenti:

  1. capolavoro, Sofia non ne sbaglia una.. capolavoro assoluto!

    RispondiElimina
  2. Mi sarebbe piaciuto essere nella testa di Eugenides la prima volta che ha visto il film...

    RispondiElimina