giovedì 2 dicembre 2010

Shining

Titolo: Shining
Titolo originale: The Shining
Autore: Stephen King
Anno: 1977


Il libro…


Jack Nicholson-Jack Torrance in un scena del film
Difficile parlare di qualcosa che è entrato così profondamente nella cultura pop. Scene, battute, momenti del film di Kubrick sono diventati, ormai, dei riferimenti immediatamente riconoscibili e condivisi. È sufficiente citare “Jack Torrance”, “Hotel Overlook” o “il mattino ha l’oro in bocca” per evocare l’idea della follia (il ghigno di Jack Nicholson con in mano un ascia), della paura (l’hotel dove nessuno vorrebbe mai passare le vacanze) o della paranoia (i fogli dattiloscritti tutti riempiti con la stessa e ossessiva frase).

La pellicola è talmente famosa che quasi quasi oscura il libro. Eppure Shining è uno dei migliori romanzi di King, per intenderci quelli del primo periodo della sua carriera, quando il “re” beveva qualche birra di troppo…
La storia è notissima. La vita di Jack Torrance sta andando in frantumi: insegnante di liceo appena licenziato (per aver picchiato uno studente), con un serio problema di alcool e dalla vita matrimoniale sull’orlo della crisi. Per sbarcare il lunario e mantenere la propria famiglia accetta il posto di guardiano in un hotel in Colorado, l’imponente Overlook. Il compito è abitarlo durante i mesi di chiusura invernale. Lo accompagneranno nell’incarico anche la moglie Wendy e il figlioletto Danny. Libero da impegni pressanti, Jack avrebbe l’opportunità di rimettere ordine nella propria esistenza, di liberarsi dai propri demoni e di ricucire il rapporto con la moglie. Questo nelle intenzioni. In pratica, isolati dal resto del mondo da un’alta coltre di neve che si scioglierà solamente in primavera, la loro permanenza all’hotel Overlook si rivelerà peggio di un incubo. Cosa che Danny, un bambino di grande intelligenza e dotato di facoltà che ricordano molto da vicino la chiaroveggenza, percepisce ben prima della partenza. Danny capisce che all’Overlook hotel risiede qualcosa di molto malvagio, qualcosa che è pronto a risvegliarsi e fare del male a lui e alla sua mamma. Qualcosa che s’impadronirà della mente di suo padre Jack.  
Le sue visioni sono esatte. L’albergo è abitato da presenze malefiche che si risvegliano durante il lungo inverno. Jack si lascia sempre più andare, in preda ai propri fantasmi, alle proprie paure e ai propri sensi di colpa. Ben presto la sua ossessione sarà fare del male alle persone alle quali vuole più bene. L’alcool che lo intontisce sarà il catalizzatore capace di scatenare la sua furia. A difesa di Danny e della sua mamma non resta altro che la “luminescenza” o “luccicanza” del bambino.

Romanzo stupefacente per ricchezza di temi e per scrittura. King è straordinariamente capace nel passare dalla descrizione dell’azione a quella dei pensieri più intimi dei personaggi (e nello specifico di Jack e Danny). Piccole frasi in corsivo che spezzano la narrazione con l’obiettivo – centratissimo – di renderci partecipi delle contraddizioni, delle paure e delle ossessioni che scuotono padre e figlio. Se è bravo a interpretare e catturare i pensieri più reconditi e indicibili di Jack, King dimostra di essere ancora più abile quando ci conduce all’interno della mente molto particolare del piccolo Danny (questo accadrà anche con il monumentale It, quando il “re” dimostrerà di saper catturare perfettamente le emozioni e il modo di ragionare dei bambini e degli adolescenti).      
L’autodistruzione è uno dei concetti-chiave del romanzo. È il buco nero in cui viene attirato Jack: temperamento violento, mancanza di volontà e incapacità di mantenere le promesse, alcoolismo. Questi sono gli ingredienti che lo spingono a negare sé stesso, a distruggere la propria vita e provare il terribile e irrefrenabile desiderio di fare del male alle persone per le quali prova l’amore più profondo. Si tratta di quel “buio della mente” che fa compiere le azioni più cattive e contronatura come quella di esercitare violenza sul proprio figlio.
L’altro concetto è quello della malvagità che pervade le cose e i luoghi. Jack non è pazzo. I suoi comportamenti non sono solo il frutto di una patologia. Di certo Jack ha un fondo di squilibrio, forse è addirittura predisposto alla crudeltà, ma è l’hotel Overlook a spingerlo oltre il limite. La negatività esiste, così come gli spiriti e i fantasmi che si risvegliano durante il loro soggiorno. L’hotel Overlook è stato teatro di delitti e luogo di perversione: questa energia imprigionata vuole liberarsi e Jack è lo strumento giusto per farla uscire. 
Esiste, poi, il polo positivo formato da Wendy e, soprattutto, da Danny. La “luminescenza” di Danny è la sola difesa contro la furia del padre, l’unica speranza di salvezza per lui e sua madre.
I bambini sono le creature più esposte alle conseguenze degli errori degli adulti. Danny soffre per i continui screzi tra i suoi genitori (ha una paura blu della parola “divorzio”), ha sofferto per l’abuso di alcool del padre (che involontariamente gli ha spezzato un braccio quando era più piccolo) e dovrà combattere contro forze del male, apparentemente, molto più potenti di lui (gli spiriti che popolano l’Overlook Hotel). Come accade in altri romanzi di King (Cujo, per esempio), i bambini sono i veri “eroi” che si sobbarcano sulle loro spalle strette il peso di situazioni che non hanno generato.

Piccola annotazione. La prima edizione italiana di Shining (che ho letto) è stata tradotta con l’incredibile titolo di Una splendida festa di morte… misteri editoriali…


…dal libro al film


Danny Lloyd - in una scena del film
Ripeto: impossibile parlare di un film già ampiamente sezionato, analizzato, sviscerato, tagliuzzato, discusso da schiere di storici del cinema, di critici e di semiologi.
Un consiglio. Anzi due. Guardatelo (se non l’avete ancora fatto) o riguardatelo e, poi, se volete saperne di più, cercate notizie su Google o in qualche libreria specializzata. Sicuramente troverete abbondante materiale per soddisfare la vostra sete di sapere (soddisfazione per ogni palato e per ogni livello di approfondimento).
Tutto contribuisce a renderlo un capolavoro: la tecnica di Kubrick (l’uso della steadicam, per esempio), scene cult come le gemelline morte vestite in azzurro, Danny che corre nei labirintici e moquettati corridoi dell’Overlook sul suo triciclo di plastica, gli ascensori che grondano sangue, la faccia stravolta di un inarrivabile Nicholson.
Scegliete voi.

Dati film:

Titolo: Shining
Titolo originale: The Shining
Regista: Stanley Kubrick
Sceneggiatura: Stanley Kubrick, Diane Johnson (romanzo: Stephen King)
Interpreti:
·         Jack Nicholson (Jack Torrance)
·         Shelley Duvall (Wendy Torrance)
·         Danny Lloyd  (Danny Torrance)
·         Scatman Crothers (Dick Hallorann)
·         Barry Nelson (Stuart Ullmann)
Anno: 1980
Paese
: USA, Gran Bretagna
Colore: colore
Durata: 142 minuti (119 minuti versione europea)
Genere: Thriller/horror
Internet Movie Data base

4 commenti:

  1. Stupendi sia il libro che il film! Devo dire che forse, mettondoli a confronto, il libro riesce a prendere più del film.

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  2. Concordo sul giudizio positivo, sia per il libro che per il film. Fra l'altro, difficilmente un film dell'orrore riesce a impressionarmi. Shining ci è riuscito. Ciao!
    Danilo

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  3. Nel film si dà più spazio al lato oscuro della mente, ai suoi traumi, alle sue deviazioni, quelle che ci portano a compiere anche le azioni più crudeli. Nel libro, invece, c'è il potere del male in senso più ampio. Quello che abita la mente ma anche i luoghi... e questo secondo tipo, in effetti, mette davvero i brividi (leggere, per capire, l'ultima parte, quella dell'ascensore...)

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  4. Io sono dalla parte del film, come tanti. E' inutile leggere il libro dopo averlo visto, si hanno in testa le immagini che hai citato alla fine, che mi hanno spaventato per molto tempo, anche se ero cresciutello.

    Shining partecipa al Torneo dei film. Per ora stiamo dando i voti ad ogni film, poi si scontreranno tra loro e prima della finale attribuiremo loro degli Oscar. Sei ufficialmente invitato a votare!!!

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