domenica 26 dicembre 2010

Canto di Natale vs SOS Fantasmi

Titolo: Canto di Natale
Titolo originale: A Christmas Carol
Autore: Charles Dickens
Anno: 1843

Il libro…



Non importa se è stato ieri e se Santo Stefano sta terminando. Non mi faccio sfuggire l’occasione per pubblicare un post in linea con questo periodo dell’anno, così grondante di buoni sentimenti e di propositi da mantenere quale il Natale (ma lo è per davvero, poi?). E cosa c’è, infatti, di più natalizio di A Christmas Carol di Charles Dickens?
Famosissimo in ambito anglosassone, il Canto di Natale è conosciuto pure qui da noi, grazie alle mille trasposizioni cinematografiche e di animazione.
La storia è notissima. Londra, vigilia di Natale. Ebenezer Scrooge è un vecchio e avido finanziere della City che vive solamente per accumulare denaro. Misantropo, arido di cuore e scontroso con tutti, non è generoso nemmeno il 24 dicembre, quando il resto dell’umanità sembra disposta a fare festa e a essere più buona. Per Scrooge il Natale è una seccatura, una sciocchezza e una perdita di tempo (e dunque di denaro). Rifiuta gli auguri dell’unico nipote, tratta in maniera vergognosa il povero impiegato Bob e non scuce un penny per gli indigenti nemmeno quando i rappresentanti di un’associazione filantropica gli chiedono un piccolo contributo. Scrooge l’avido si ritira nella sua casa senza luci, tutto solo a mangiare una cena frugale davanti al debole fuoco del camino, tenuto al minimo per paura di consumare troppa legna. Non sa ancora che, da lì a poco, quella notte sarà “magica” anche per lui.
Innanzitutto, riceve la visita di un fantasma. Si tratta del suo ex socio Jacob Marley, morto sette anni prima, e oggi ridotto a spaventoso ectoplasma, costretto a vagare senza requie tra gli uomini, portandosi dietro la sua pesante catena simbolo della condanna eterna. Marley ammonisce Scrooge a cambiare linea di condotta finché è in tempo, a smettere di vivere nell’egoismo se vuole salvarsi dalla dannazione. Nello stesso tempo gli anticipa l’imminente arrivo di altri tre spiriti.
Queste presenze soprannaturali, rappresentanti rispettivamente il Natale passato, presente e futuro, fanno compiere a Scrooge un pauroso e allucinante viaggio spazio-temporale nelle notti del 24 dicembre che furono, che sono e che saranno. Gli mostrano quanto sia vicino al baratro della perdizione eterna. Dunque sta a lui decidere se proseguire sul suo cammino e cadere nel baratro o redimersi, decidendo finalmente di aprirsi agli altri.    
In fondo, il giorno di Natale potrebbe essere un buon punto di partenza per cambiare vita…

Per gustare davvero questa Favola di Natale è necessario buttarsi alle spalle tutte le prevenzioni, i filtri e i freni della ragione tipici degli “adulti” e lasciarsi andare ai sentimenti – talvolta ingenui e un po’ dolciastri – della retorica natalizia. Insomma, mettiamo da parte ogni traccia di cinismo e di sarcasmo e facciamoci trasportare dalla capacità di affabulazione di Dickens, dal suo sentimentalismo, dal suo paternalismo e dalla sua ferma fiducia nel progresso della società e dell’animo degli uomini.
A Natale tutto può accadere, anche i miracoli. Natale è un momento “magico” (come le presenze soprannaturali che visitano Scrooge) in cui l’umanità si ritrova unita e solidale, in cui recupera sicurezza, conforto e speranza. Il Natale ha, dunque, un alto valore sociale (oltre che religioso). È grazie a cose semplici quali l’abbondanza dei cibi, il calore del fuoco, l’allegria di una risata, lo stare fra le sicure pareti domestiche che le sventure della vita, la malvagità delle persone e il pensiero della morte sembrano allontanarsi e fare meno paura.   
Come quasi tutte le storie di quel maestro della narrazione che era Dickens, anche questa ha lo straordinario potere di fissarsi nella memoria. Lo stesso dicasi per i suoi personaggi che, diventati talmente famosi, si sono trasformati in sinonimi indicanti un comportamento, una virtù o un difetto. Nel nostro caso, dire “Scrooge” è, ormai, come dire “avaro” .  

(Piccola segnalazione. L’edizione del 2005 della Giunti è preceduta da un’interessante introduzione di Lucia Fiorella).

…dal libro al film…

Tra i tanti adattamenti del Canto di Natale, quello di Richard Donner (Superman, I Goonies, Arma Letale etc.) è – a mio giudizio – il più riuscito. Per almeno tre ragioni.

Lo Spirito del Natale Passato e Bill Murray (scena del film)

La prima. Perfetta l’ambientazione della storia nella New York degli edonisti anni Ottanta. Il moderno Scrooge è un tirannico e spietato capo di un network televisivo, disposto a tutto pur di avere indici di ascolto più alti dei concorrenti. Quindi niente ricostruzioni di cartapesta della Londra di metà Ottocento, niente neve di polistirolo, niente barbe finte e comparse con cappelli a cilindro, ma grattacieli di Manhattan e luci del Rockfeller Center.  
La seconda. La bravura nel seguire – quasi in maniera filologica – la trama originale e, nel contempo, nell’inventarsi trovate divertenti e “credibili” per la versione in chiave moderna. Lo Spirito del passato, per esempio, è un taxista folle che usa il suo cab come macchina del tempo. Quello del Natale presente è una spassosa fatina un po’ bruttina e piuttosto manesca. Da non dimenticare l’intelligente e scanzonata ironia che pervade tutta la pellicola, vero antidoto alla possibile indigestione di zuccheri che una storia del genere porta con sé.
La terza. Bill Murray (e dicendo così non servirebbero altre spiegazioni). È lui lo Scrooge del XX secolo, con le sue smorfie, con la sua faccia da schiaffi, il suo velenoso sarcasmo, il suo cinico distacco, il suo rifiuto per le smancerie e la sua misantropia.
Queste caratteristiche sono il filo rosso che contraddistingue la sua carriera e che ritroviamo in pellicole come Ghostbuster, Ricomincio da capo, Lost in Translation o  Broken Flowers. Un genio!

Ultima annotazione. Non sfuggono i richiami (a cominciare dal titolo e dalla campagna promozionale dell’epoca) al supersuccesso Ghostbusters, uscito quattro anni prima (1984).   

Dati film

Titolo: SOS Fantasmi
Titolo originale: Scrooged
Regista: Richard Donner
Sceneggiatura: Mitch Glazer, Michael O'Donoghue (romanzo: Charles Dickens)
Interpreti:
·         Bill Murray (Frank Cross)
·         Karen Allen (Claire Phillips)
·         Robert Mitchum (Preston Rhinelander)
·         David Johansen (Spirito del Natale Passato)
·         Carol Kane (Spirito del Natale Presente)
Anno: 1988
Paese: USA
Colore: colore
Durata: 101 minuti
Genere: commedia

2 commenti:

  1. Sono un "cuore di panna", ma questo film mi ha fatto davvero commuovere. Ora mi tufferò nella lettura del libro, già con i kleenex pronti! A tutti i cuori di "pietra" tanti auguri...!

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  2. Viva i cuori di pietra!!
    La melassa natalizia è quasi passata e ora torniamo CATTIVI!!!!!

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