Titolo: Bella di Giorno
Titolo originale: Belle de Jour
Autore: Joseph Kessel
Anno: 1928
Il libro…
La Deneuve nei panni di Bella di Giorno - scena dal film |
Séverine Serizy è una giovane ed elegante signora della medio-alta borghesia parigina. Sposata con un promettente chirurgo, conduce una vita agiata, vive in una bella casa e non ha preoccupazioni economiche. Tuttavia, non è felice. Forse a causa di un tentativo di violenza subita quando era piccola (ma di cui non conserva alcun ricordo cosciente), Séverine ha una vita sessuale problematica, in costante oscillamento tra frigidità e desideri al limite della perversione. Un giorno, durante una conversazione con l’amica Renée e il viscido seduttore Husson – un conoscente di suo marito – scopre che una donna insospettabile, appartenente al loro stesso ambiente rispettabile e borghese, aveva deciso di fare la prostituta in una casa d’appuntamenti in rue Virène. La notizia la turba e la intriga al tempo stesso.
Come attirata da una forza irresistibile, Séverine si reca in rue Virène. Dopo un primo momento di naturale imbarazzo e dopo qualche indecisione, la giovane donna prende un impegno con la tenutaria, tale madame Anaïs: incontrerà i clienti ogni pomeriggio, intrattenendosi con loro dalle 14 alle 17, ma non un minuto di più. Visti i suoi orari, la sua nuova e inconsueta datrice di lavoro le affibbia il nomignolo – indispensabile in quell’ambiente – di “Bella di Giorno”.
Pomeriggio dopo pomeriggio prende forma la doppia vita di Sèverine.
Nel bordello di madame Anaïs c’è anche il tempo per scoprire cos’è la vera passione, quella che non aveva mai provato con il marito, così precisino ed educato. A darle questa gioia ci pensa il giovane Marcel, un tipo losco e dai denti d’oro che frequenta le ragazze di rue Virène insieme all’amico Hippolyte, quando il vento gira dalla parte giusta e qualche soldo arriva in tasca.
L’azzardo di vivere due esistenze parallele regge per un po’ di tempo, ma è chiaro fin da subito che, prima o poi, qualcosa di dovrà succedere. Tutta l’attenzione che pone Séverine-Bella di Giorno per non farsi scoprire va in briciole quando a casa di madame Anaïs si presenta Husson, il conoscente di suo marito. I due mondi, che dovevano restare paralleli, sono venuti in contatto. La segretezza sulla sua doppia vita custodita con grande abilità fino ad allora si sgretola e Sèverine, presa dal panico, non si presenta più in rue Virène. Ma fuggire non è sufficiente per riportare la sua vita a prima di quel giorno in cui aveva deciso di varcare la soglia della casa di appuntamenti. Ormai il meccanismo è stato azionato e non è facile bloccarlo senza che ci siano delle gravi conseguenze per lei e per quelli che le stanno intorno (come d’abitudine però, non farò alcuna rivelazione…).
…dal libro al film…
Caso emblematico di come da un libro in sé non particolarmente interessante e coinvolgente possa nascere un film eccezionale. Potere di un immenso regista come Luis Buñuel e di una splendida attrice come Catherine Deneuve.
I freni inibitori che abbiamo sviluppato durante la crescita, le convenzioni che regolano la nostra società e l’educazione che abbiamo ricevuto lavorano per contenere e controllare l’abisso dei nostri desideri più reconditi, oscuri e inconfessabili.
Ai toni e ai temi artificiosi, tra il moralistico e il pruriginoso, del libro di Kessel, la pellicola di Buñuel oppone una freschissima ironia e uno sguardo mai banale sulla sessualità, i suoi meccanismi e sul ruolo che il sesso ha nella società borghese. Il regista spagnolo è abilissimo a passare dal sogno alla realtà, a rappresentare la doppia vita e, soprattutto, la doppia personalità della protagonista. Nel personaggio di Séverine si susseguono e si mescolano – con grande naturalezza – elementi diversi, contrastanti: insensibilità e assenza di passioni, fantasie erotiche spinte – e dall’effetto volutamente comico – e grande capacità di autocontrollo e dissimulazione.
Catherine Deneuve e Pierre Clementi - nel film |
La Deneuve, poi, contribuisce a rendere il film un capolavoro. Non può esserci opposizione più stridente tra la sua bellezza raffinata e limpida – sottolineata ancor di più dall’eleganza degli abiti Chanel o Yves Saint Laurent – e la sordida esperienza vissuta nel bordello. Soprattutto se quest'ultima non solamente è stata cercata e voluta, ma anche fortemente sentita…
Incisiva anche l’interpretazione di Pierre Clementi, nei panni del giovane e violento Marcel.
Alla fine del film si resta piacevolmente interdetti. Da rivedere e rivedere.
Dati film:
Titolo: Bella di giorno
Titolo originale: Belle de jour
Regista: Luis Buñuel
Sceneggiatura: Luis Buñuel, Jean-Claude Carrière (romanzo: Joseph Kessel)
Interpreti:
· Catherine Deneuve (Séverine Serizy-Bella di Giorno)
· Jean Sorel (Pierre Serizy)
· Michel Piccoli (Henri Husson)
· Pierre Clementi (Marcel)
· Geneviève Page (Madame Anaïs)
Anno: 1967
Paese: Francia, Italia
Colore: Colore
Durata: 101 minuti
Genere: ?
Questo mi manca.
RispondiEliminaNon che non ne abbia mai sentito parlare, eh. Trattandosi di Buñuel e Deneuve, d'altronde, è cosa impossibile.
Prendo appunti. ;)
Se puoi, recuperlo! è davvero un bel film... nessun rischio di addormentarsi (giuro)
RispondiEliminaConcordo: film imperdibile e immensamente drammatico.La leggerezza con cui è trattato, la dimensione onirica, non mi ha evitato di pensare alla violenza psicologica sottesa nel film. La scelta di non mettere colonne sonore poi è una strada difficile che solo i grandi sanno percorrere per non cadere nel teatrale e raccontare una storia non gridata, non enfatizzata da musiche o da morti ammazzati (come nei cosiddetti film violenti americani), ma molto più quotidiana e borghese, una tragedia da salotto.
RispondiEliminaLa violenza su una minore lascia nell' inconscio di Severine diventata donna il credere che l'unico modo di godere della propria sessualità sia quello di essere trattata come un oggetto, umiliata, schiacciata dagli altri. Quel che ha subìto lascia come ferita futura un' unica possibilità di godimento, senza scelta anche da grande. E' per questo che Severine si trova un marito "boy scout", un medico (che ironia!) che invece di accorgersi che qualcosa non va nella moglie e cercare di aiutarla facendo emergere alla luce le parti di lei più oscure e accettarne il dramma, arrivando almeno per una volta ad uno scontro forte ma chiarificatore (un atto d'amore) per convenzioni borghesi si comporta da ameba già prima di diventarlo. Pierre è uno che Severine sposa inconsciamente apposta perchè regga la sua falsa purezza, senza che si preoccupi in profondità di lei, per non svelarne la vergogna lacerante repressa (La "Colpa" imposta alla vittima non responsabile come il vero significato e lascito di una violenza) e la induce così a sentirsi ancora più sporca: un motivo in più per obbligarsi alla prostituzione, qui condotta appunto non per denaro.
Non si riesce a spezzare la sofferenza silenziosa prima che sia troppo tardi e questo succede più spesso di quanto si possa pensare (basta rivolgersi ai centri psicosociali della vostra città per averne una conferma). Nella normalità apparente a volte gli esiti sono pesanti anche per chi pur da vicino, per quieto vivere e convenzioni borghesi, spesso scambiate erroneamente per "educazione" (che è ben altro!), non si accorge o non si vuole accorgere di nulla, lasciando che la violenza e la sofferenza si perpetrino rischiosamente nel tempo.