Titolo: L’isola della paura
Titolo originale: Shutter Island
Autore: Dennis Lehane
Anno: 2003
Il libro…
Copertina edizione americana |
Anni Cinquanta. Shutter Island è uno sputo di terra in mezzo al mare di fronte a Boston; su di esso sorge un ospedale psichiatrico per pericolosi criminali ricavato da un vecchio forte risalente alla Guerra Civile americana.
Due agenti dell’Fbi, Teddy Daniels e Chuck Aule, sono inviati su quel roccioso isolotto per far luce sulla scomparsa di Rachel Solando, lì detenuta per aver ucciso i suoi tre bambini. La donna sembra essersi volatilizzata durante la notte, non lasciando altra traccia di fuga che un rompicapo numerico da decifrare.
Sin dall’inizio, l’indagine risulta essere più complessa di una semplice ricerca di persona scomparsa. E non solo da un punto di vista puramente investigativo. Le stesse condizioni in cui i due federali si trovano a operare non rendono facile il loro compito. Il microcosmo rappresentato dall’istituto Ashecliffe, impenetrabile da ogni realtà esterna e regolamentato da ferree procedure di sicurezza, rallenta e ostacola la ricerca della verità. Medici, guardie e operatori che lavorano nella struttura custodiscono gelosamente il proprio isolamento e impediscono alla coppia di detective di accedere alle informazioni se non passando attraverso il loro rigido filtro.
A complicare la faccenda contribuisce pure la meteorologia. Una pioggia battente e gelida che si trasformerà in uno spaventoso uragano spazzerà l’isola, creando altri intoppi alle indagini.
Alla misteriosa impenetrabilità dell’istituto Ashecliffe e alle possibili non dichiarate attività che lì sono svolte s’interessa, in particolare, il detective Daniels. La sua presenza è giustificata da un intricato intreccio di ragioni, investigative e personali. Innanzitutto dalla volontà di capire se in quella struttura governativa si svolgono esperimenti proibiti o top secret sul corpo e sulla mente dei pazienti e, secondariamente, dal desiderio di vendicarsi del piromane che ha appiccato l’incendio in cui è morta sua moglie Dolores e che, come sembra, è detenuto sull’isola.
Quest’ultimo elemento è il collegamento tra Shutter Island e Daniels. Infatti, alle difficoltà esterne, fanno da contraltare quelle tutte interiori che attraversano la fragile psiche dell’agente dell’Fbi. Segnato dalla recente morte della giovane moglie e dai terribili ricordi delle brutalità vissute in guerra (le esecuzioni dei nemici e il campo di concentramento di Dacau), il detective “sente” particolarmente l’atmosfera cupa e opprimente che si respira sull’isola. La sua condizione peggiorerà anche a causa dell'inclinazione a soffrire di terribili emicranie e di un costante senso di nausea-soffocamento dato dalla presenza del mare.
Una storia dove l’indagine poliziesca è, in realtà, un viaggio nell’oscurità della mente. La ricerca della donna scomparsa diviene lo strumento per andare fino in fondo, per far riemergere ricordi nascosti nel buio del subconscio. L’obiettivo è riportare alla luce quello che sembra perso per sempre e che, invece, bisogna solamente saper cercare nel modo giusto.
I colpi di scena non mancano, così come la tensione mantenuta sempre alta tutto lungo le 350 pagine del romanzo di Dennis Lehane (quello di Mystic River, per capirci). I ritmi serrati e la capacità di creare attesa e suspense rendono digeribile una struttura piuttosto complessa dove flash back, momenti di sogno e veglia si confondono l’uno con l’altro.
Shutter Island è un romanzo di “percezioni”: la pioggia incessante, l’uragano che spazza l’isola, i malditesta di Daniels, il fumo delle mille sigarette che sembrano peggiorare i suoi dolori, l’odore di disinfettante dei reparti. È anche un libro di “sensazioni”: la paura del mare, il dolore e la nostalgia per la donna amata che non c’è più, il sangue visto in guerra, schegge di ricordi che in maniera confusa riemergono dal passato.
…dal libro al film…
Locandina del film |
Un Martin Scorsese in gran forma gira un film curatissimo in grado di restituire molte delle sensazioni e delle descrizioni del romanzo. Shutter Island è proprio come ce la s’immagina leggendo il libro di Lehane.
Il regista è bravo anche a destreggiarsi con i flash back e il delicato passaggio tra sogno e realtà. Il rischio di creare un prodotto pasticciato e incomprensibile era molto alto.
Tuttavia, resta inferiore al libro che può permettersi di “dilungarsi” maggiormente, di “spiegare” meglio, di usare qualche parola in più (cosa che con la macchina da presa non si può fare, pena la realizzazione di qualcosa di noioso e piatto).
Di Caprio conferma la sua fama di ottimo interprete. Unico appunto: il suo viso è ancora “troppo giovane”. Per interpretare l’agente Daniels avrei visto meglio qualcuno con un'espressione più matura (ma siamo veramente all’opinione personale)…
Dati film:
Titolo: Shutter Island
Titolo originale: Shutter Island
Regista: Martin Scorsese
Sceneggiatura: Laeta Kalogridis (romanzo:Dennis Lehane)
Interpreti:
· Leonardo Di Caprio (agente Teddy Daniels)
· Mark Ruffalo (agente Chuck Aule)
· Ben Kingsley (Dr. John Cawley)
· Emily Mortimer (Rachel Solando)
· Max Von Sydow (Dr. Jeremiah Naehring)
Anno: 2010
Paese: USA
Colore: Colore
Durata: 138 minuti
Genere: Drammatico / Thriller
Internet Movie Data base
Posso dire che il film è una mer*a? Mi autocensuro, persino. Però lo devo dire. A costo di tirarmi addosso nuove hate-mail, non bastasse quella delirante che ho ricevuto ultimamente. È uno dei peggiori film che ho visto negli ultimi anni.
RispondiEliminaVenti minuti dopo che è iniziato ho già capito dove voleva andare a parare.
Il libro non l'ho letto, quindi tutto si giocava sull'effetto del film, che non c'è stato: voglio dire non c'è stato né l'effetto e neanche il film.
Le sequenze oniriche sono proprio ciò che sembrano, poco realistiche. E, via, ma c'è davvero qualcuno che non ha capito di che male soffrisse il personaggio di Di Caprio?
Il viaggio in nave, l'isola, le cose che non si trovano, le sigarette che spariscono, i luoghi e i pazzi che, caso strano, conoscono sempre quel tanto che basta per creare sospetti, di quelli giusti...
Vabbé, mi fermo.
;)
ah ah... El Graeco iconoclasta: "La corazzata Potemkin è una cagata pazzesca!" (92 minuti di applausi). Battute a parte, quello che ho scritto sulla superiorità del libro - in maniera un po' sostenuta, lo ammetto - racchiudeva anche un po' del tuo giudizio tranchant. Da un libro dalla struttura "complessa-cervellotica" è difficile tirar fuori un film dallo svolgimento fluido. Resta però la bravura nel maneggiare la macchina da presa di Scorsese e la sua cura dei particolari...
RispondiElimina;-)
Letto, scorrevole e molto interessante, lo consiglio a tutti!
RispondiEliminaSono una scrittrice emergente e mi farebbe piacere leggeste la mia prima pubblicazione: "I giardini di Bianca".
Trovate tutte le info al seguente indirizzo: http://amaliafusco.blogspot.com
Saluti
Brava Amalia, verrò a trovarti sul tuo blog... tu continua a visitare il mio (magari divenatndo follower...).
RispondiEliminaHo sempre pensato a Di Caprio troppo giovane, non ai livelli di Titanic, ma come un novello Dorian Gray.
RispondiEliminaScorsese non poteva che tirarne fuori qualcosa di eccezionale per gli attimi in cui mi sembrava la pellicola si fermasse e credevo di essere in una puntata di Fuori orario, o meglio, in un noir degli anni '40.
Io sono dalla parte del cinema, si è capito???