Titolo: Il Codice Da Vinci
Titolo originale: The Da Vinci Code
Autore: Dan Brown
Anno: 2003
Il libro
La copertina della prima edizione USA |
Il contesto. Esisterebbero verità alternative e per lunghissimo tempo occultate in grado di cambiare non solamente la storia del cristianesimo ma anche quella dell'Occidente in generale. In sintesi: Gesù Cristo avrebbe avuto dei figli e il sacro Graal non sarebbe il calice dell'Ultima Cena, ma un simbolo per indicare Maria Maddalena, sua compagna o moglie. Una società segreta, chiamata Priorato di Sion, s’incaricherebbe di tener vive queste verità da circa 2000 anni, lottando senza tregua contro la Chiesa che, invece, le negherebbe e vorrebbe metterle per sempre a tacere.
La millenaria e sotterranea guerra che si combatte tra chi ha il compito di preservare e tramandare queste travolgenti verità e chi, invece, le nega e vorrebbe cancellarle, aumenta d’intensità quando viene ucciso Jacques Saunière, curatore del Museo del Louvre e, in segreto, membro del Priorato di Sion. Saunière viene trovato nudo e nella posa dell’uomo vitruviano di Leonardo; accanto a sé ha un’apparentemente incomprensibile sequenza numerica e il nome di un noto studioso di simbologia religiosa, il professore americano Robert Langdon. A Parigi per presentare il suo ultimo libro, Langdon viene interpellato dalla polizia; portato sul luogo del crimine, incontra Sophie Neveu crittologa e nipote di Saunière. I due sembrano subito intendersi, al contrario di quello che avviene con le autorità francesi, già convinte della colpevolezza del professore.
Da qui in poi la vicenda comincia a correre davvero veloce, sviluppandosi in un susseguirsi di colpi di scena. Nel volgere di qualche centinaio di pagine ci si trova coinvolti in fughe rocambolesche, sparatorie, omicidi, doppi giochi, tradimenti, enigmi e rompicapo a prima vista insolubili e folgoranti intuizioni da far impallidire Archimede con il suo “Eureka!”.
Benché i personaggi risultino piatti e grigi e la scrittura non brilli certo per originalità, la storia è intrigante e costruita con grande bravura. Gli ingredienti d’altronde sono gustosi, oltre che miscelati e pensati per attirare la curiosità: Gesù e il suo rapporto con le donne, la Chiesa e i suoi misteri, gli immancabili Templari e il Santo Graal, l’Opus Dei e le sue trame occulte, oscure società segrete e tremendi complotti, un monaco albino invasato pronto a uccidere, poliziotti ottusi e verità alternative e sconvolgenti tenute nascoste.
Dan Brown è un maestro nell’incollare il libro alle dita del lettore. Romanzo da buttare giù tutto in un fiato, di quelli che se li incominci il sabato pomeriggio ti portano a fare le ore piccole la domenica notte, mentre ad ogni pagina ti ripeti: “leggo l’ultima e poi spengo la luce”. Questo "perverso" meccanismo a spirale risulta più evidente nell’ultima parte, dove i capitoli sono talmente corti da non superare le cinque pagine!
Oltre a essere campione per numero di copie vendute (si parla di più di 70 milioni nel mondo), il Codice Da Vinci è arrivato primo anche per quantità di polemiche sollevate. Appena dopo la pubblicazione, è stato lo stesso Brown a presentare i fatti narrati come il frutto di una fedele e rigorosa ricostruzione storica, confondendo – forse per ragioni di marketing e forse per rendere ancora più intrigante la trama agli occhi del lettore – fiction e non-fiction.
Il successo planetario e la materia trattata – che sarebbe riduttivo definire “scottante” (la presunta paternità di Cristo e robe simili) – hanno scatenato una vera e propria bufera intorno al libro. Storici, teologi, alti prelati, congregazioni religiose si sono scagliati contro il romanzo, denunciandone le inesattezze, le incongruenze e l’immoralità. Se qualcuno ha scritto pamphlet e articoli per demolirne e confutarne le tesi, altri sono arrivati ad invocare un aggiornamento dell’Indice dei libri proibiti, in cui Il Codice Da Vinci meriterebbe di finirci. Giornali e televisioni non aspettavo altro, contribuendo a tenere vivo il polverone intorno alla vicenda. Complice poi l’uscita del film, l’onesto prodotto culturale di Brown è stato caricato di significati e di responsabilità che probabilmente non ha e che non è in grado di sopportare. Trasformato in un caso attorno al quale darsi battaglia, ha originato la più classica delle divisioni tra i “favorevoli” e i “contrari”…
…dal libro al film…
Ron Howard |
Quello che manca non sono certo né la tecnica o la “confezione”, sempre piuttosto buone e curate, né le risorse economiche, sempre abbondanti, ma un po’ più di coraggio e di personalità. Forse per paura, per calcolo o per incapacità, non si va mai oltre la superficie delle cose. Purtroppo però limitandosi alla pura e semplice riproposizione su pellicola del plot del libro si finisce per appiattire e silenziare ogni emozione, ogni sussulto. L’appassionante processo di decrittazione e scioglimento dei vari enigmi è liquidato abbastanza in fretta e senza quella dovuta tensione. Stesso discorso vale per le fasi salienti del disvelamento dei misteri della vita di Gesù, del Priorato di Sion e dei secolari complotti per abbatterlo: paiono piovere dal cielo, senza nessun pathos e nessuna preparazione. Anzi, per illustrarli Howard si affida alla grafica computerizzata o a ricostruzioni che sembrano più adatte a una trasmissione tv di divulgazione pseudo-scientifica (tipo Voyager, per intenderci) che a una pellicola di buon livello…
Gli attori poi non fanno nulla per scostarsi dalla già denunciata piattezza dei personaggi inventati da Brown; tuttavia da professionisti del calibro di Tom Hanks e Audrey Tautou ci si aspetterebbe qualche sforzo in più!
Freddi e rigidi, sono pronti per il museo delle cere. Ma non è tutto. Poco affiatati, in alcuni momenti danno l’impressione di non aver recitato insieme sullo stesso set, ma ognuno per conto proprio, per ritrovarsi riuniti solamente grazie a un abile lavoro di montaggio e ai progressi della moderna tecnologia digitale…
Freddi e rigidi, sono pronti per il museo delle cere. Ma non è tutto. Poco affiatati, in alcuni momenti danno l’impressione di non aver recitato insieme sullo stesso set, ma ognuno per conto proprio, per ritrovarsi riuniti solamente grazie a un abile lavoro di montaggio e ai progressi della moderna tecnologia digitale…
Ultima nota sul doppiaggio italiano: perché negli anni Duemila ci si ostina ancora a far parlare i francesi come l'ispettore Clouseau?!
Dati film
Titolo: Il Codice Da Vinci
Titolo originale: The Da Vinci Code
Regista: Ron Howard
Sceneggiatura: Akiva Goldsman (romanzo: Dan Brown)
Interpreti:
· Tom Hanks (Robert Langdon)
· Audrey Tautou (Sophie Neveu)
· Ian McKellen (Sir. Leigh Teabing)
· Jean Reno (Capitano Bezu Fache)
· Paul Bettany (Silas)
Anno: 2006
Paese: USA
Colore: Colore
Durata: 149 minuti
Genere: Thriller/Avventura
Caro Alessandro,
RispondiEliminaHai ragione! Anch'io ho visto il film e mi aspettavo un giallo di alto livello; invece sono uscito dalla sala un pò deluso. Credevo che fosse soltanto una mia impressione.
Comunque hai fatto un bel raffronto.
Ciao e a presto.
Stefano di Semplici Conversazioni
Con il libro, invece, si passano momenti piacevoli e poco impegnativi. Davvero da leggere in un week-end.
RispondiEliminaA presto!